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Immagine del redattoreFrancesca Frera

ESISTE UNA RELAZIONE TRA CAFFEINA E MELANOMA?

Aggiornamento: 4 feb 2022

Si sa, il caffè è una bevanda largamente utilizzata sia in Italia che all’estero. Viene ottenuta dalla macinazione dei semi di alcune specie di piccoli alberi tropicali e costituisce un'attività molto rilevante nell'economia nazionale di molti Stati come Brasile, Costa Rica, Cuba, El Salvador, Etiopia, Guatemala e Messico.



In Italia il suo consumo è tipicamente associato alla fine di un pasto o alla pausa lavorativa. Potremmo passare ore a discutere di chi utilizza la tecnica migliore; c’è chi predilige la moka alla macchinetta, chi adora il caffè americano e chi invece preferisce il classico caffè espresso.


Molteplici sono anche le convinzioni sulle tazzine di caffè che idealmente una persona può concedersi nell’arco della giornata, ma oggi non voglio parlarti di quantità e di possibili effetti sulla pressione arteriosa, sul ritmo cardiaco, sul sonno o sul reflusso gastrico. Voglio concentrarmi su una recente scoperta che mette in relazione la caffeina con il melanoma.


La caffeina è una molecola presente in tutte le miscele di caffè; nella miscela arabica tradizionale la caffeina non supera l’1,5%, mentre nel caso della robusta – meno pregiata – il contenuto può arrivare al 4%. Anche il decaffeinato presenta in realtà una piccola dose di caffeina che per legge non può superare lo 0,1%.


Da uno studio italiano pubblicato su Molecules si evince una importante scoperta. I ricercatori si sono focalizzati sull’identificazione dei meccanismi per mezzo dei quali la caffeina svolge un importante ruolo protettivo contro alcuni tipi di tumore, tra cui il melanoma; una teoria che era già stata sollevata in passato da altri studi, ma che non era ancora stata caratterizzata a livello molecolare.


Il melanoma cutaneo è un tumore che deriva dalla trasformazione tumorale dei melanociti, alcune delle cellule che formano la pelle. Come fa sottintendere il nome spesso, i melanociti hanno il compito di produrre melanina, un pigmento che protegge dagli effetti dannosi dei raggi solari (quella che ci fa abbronzare, per intenderci). In condizioni normali i melanociti possono dar luogo ad agglomerati scuri visibili sulla superficie della pelle e noti come nei (nevi è il termine medico).


In questo studio i ricercatori hanno voluto mostrare come la caffeina risulti essere in grado di attivare l’enzima tirosinasi, una proteina presente nelle nostre cellule che svolge notoriamente una funzione chiave nella sintesi della melanina.


La melanina svolge sia un’azione protettiva contro gli effetti del danno generato dai raggi UV, sia un’importante funzione di immuno-modulazione. Come risultato, in presenza di caffeina i melanociti sono stimolati a produrre un quantitativo maggiore di melanina. Non solo, viene poi riscontrata anche una diminuzione della crescita delle cellule del melanoma e una riduzione della secrezione di alcune molecole segnale.


Quindi Sì, esistono importanti evidenze che relazionano il consumo di caffeina con un effetto protettivo contro la crescita delle cellule di melanoma umano.

Se siete sani e non avete particolari problematiche da discutere col vostro nutrizionista, concedetevi il vostro caffè senza pensieri!


A presto!



Dr.ssa Francesca Frera, Biologa nutrizionista

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